Ore 04.26, si prospetta un’altra notte insonne. Sono appena tornato a casa… Mi sono steso nel letto alle 2 circa con il buon proposito di dormire, ma a quanto pare anche questa notte Morfeo non mi vuole accogliere… Di sto passo mi trasformerò in un vampiro (beh, già la passione per il “collo”, di qualcuna, non manca…). Alle 3 ero già sveglio con la tv che mandava in onda i soliti telefim notturni. Il risveglio è stato come uscire da un coma, stanco… disorientato e… affamato; ho guardato l’ora ed è cresciuta l’ansia e mi sono detto: “che faccio”. Ho ben pensato di vestirmi e girovagare un po’ per questo paese. E’ bello vedere questa città (Cernusco) di notte… non c’è un’anima in giro! Sembra di essere in un film, sembra di ssere in una città fantasma se non fosse per per gli uccellini che, già svegli, discuton tra di loro… Il cinguettio mi riporta alla realtà, mi distacca da quello che sembra essere uno dei tanti sogni… Cammino… Cammino, osservo le luci riflettersi sull’asfalto bagnato, i semafori scandire i secondi, mentre le mie gambe come un automa mi allontanano da casa. Arrivo sino alla Strada Statale, anche quì non c’è anima viva, non c’è auto che passi, c’è solo il silenzio. Questo silenzio monotono, quasi fastidioso, di una città che dorme. Beh, forse no hanno tutti i torti, sono quasi le 4 del mattino. Che fare? Cosa non c’è di meglio che un buon panino alle 4 di mattina… Continuo il viaggio a bordo di me stesso, unico mezzo a mia disposizone… Cammino, cammino. Arrivo in via Torino e mi accorgo che il buon vecchio Chavez non ha ancora chiuso completamente i battenti… si intravede da distante la luce del chiosco… Accelero il passo, pensando che se non ha chiuso non mancheranno di certo anni… Giungo al chiosco, sono salvo! Vi è ancora la possibilità di gustare un buon panino con una coca. Divoro il panino in pochi secondi e mi sembra di rinascere. La coca scivola con le sue bollicine nella mia gola…. mi sembra d’essere uno sventurato che ha trovato l’oasi nel deserto. Qualche chiacchera, parlare del più e del meno, ringraziando in continuazione quanto un salvatore. E poi ancora camminare, questa volta con la testa altrove… Sarà stata fame? Mah… A ritroso ricomincio la strada che mi ha portato lì, la situazione non è cambiata… il cielo soltanto, nonostante le sue affezionate nuvole, sembra schiarirsi… E poi finalmente arrivare ancora a casa, riaprire quel portone in vetro e la porta di casa… E poi eccomi qui…