Felicità: un'opera sempre in costruzione

L’una e cinque di un’altra caldissima notte di questo luglio. Luglio ormai morente  che mi prospetta un agosto di spensieratezza e relax. Mancano infatti meno di 10 giorni alle ferie che, quest’anno, desidero più di ogni altra cosa. Vacanze da trascorrere nella mia isoletta e non in quelle tanto ambite località turistiche dove i miei coetanei cercano di appagare la propria indole materialista e superficiale. Con i miei genitori, con i miei amici e con il mio tanto amato mare! Ormai anche le vacanze, invernali o estive, sono per i giovani d’oggi un prezioso da sfoggiare, assieme a foto dei loro fisici palestrati, abbronzati e perfetti! Eh si, oramai si è persa la concezione delle vera bellezza della vita! In questi giorni, per l’appunto, sono stato quasi definito uno “sfigato” perchè vivo in una dimensione ristretta, non fatta di cose futili. Cose che ci ingannano sulla realtà della felicità, cose che ci rendono un secondo felici ma che poi ci lasciano vuoti. La felicità è un’opera in continua costruzione, è un qualcosa che ognuno di noi deve ricercare dentro di sè! Non si concretizza nell’uscire tutte le sere, nel ricercare locali sempre nuovi, nel bere o drogarsi! Anche quattro chiacchere sanno renderci felici… Non voglio fare il buon samaritano o il patetico, ma la vita ci ha dato un corpo ed un’anima affinchè possiamo gioire dei frutti che questi ci danno. L’amore ci riempie di gioia, ci separa dalla realtà! Riesce a trasmetterci sensazioni che nessun psicofarmaco potrebbe illuderci di provare. L’amore fatto di sesso e tenerezza, di passione e coccole, di gioco e… Io non ho bisogno di essere triste per sentirmi vivo, ma di amare! Utilizzo tale concetto poichè anche questo m’è stato rinfacciato! Rinfacciato da una persona che, aimè, ha sofferto più del doppio di me e che, forse, mai più recupererà tutto se stesso. Io non potrei mai vivere senza l’amore! L’amore è per me l’ossigeno della mia esistenza! Come dicevo qualche giorno fa è la mia ragione di vita. Ho sempre desiderato l’amore perfetto e magari un giorno lo troverò, completando la mia opera. La felicità nell’amore e l’amore nella felicità.

Il 5 di luglio, con un sms, idealizzavo la mia felicità in un sogno ad occhi aperti, nel pensiero del mio ritorno a casa dopo una lunga notte:

ritrovare te dormiente, vedere adagiato il tuo corpo sul mio letto e ammirare il tuo volto spensierato che, scostandosi dal cuscino, fa nascere un sorriso.

Un’utopia? Per una volta no, ma il bellissimo ricordo di un passato

Amore e serenità

“Nella solitudine ritrovo la mia serenità, nell’amore la mia ragione di vita”

Vivere per amare ed amare vivendo… Lasciando il dovuto spazio alla solitudine… è possibile? Inizia così la mia riflessione di oggi, magari un po’ confusa, ma che sicuramente esterna il mio attuale pensiero. Percorrendo chilometri sopra chilometri su strade sole e conciliatrici, ho riflettuto su quello che in contrapposizione mi fa star bene. Io trovo, in gran parte, la mia serenità nella solitudine, dentro le mura domestiche ma anche su una scoglio in fondo ad una diga del mio amato litorale. Nella solitudine concilio il mio io, assaporo gli istanti che questa esistenza mi da e riesco ad aprire gli occhi. Aprire gli occhi su quelli che sono le reali bellezze dell’essere, su quello che questo percorso ci dona. Eh si… siamo cosparsi attorno di doni e, come bimbi viziati, neppure ce ne rendiamo conto. Dall’altra parte però sono consapevole che non potrei vivere senza amore, vivere senza la possibilità di amare ed essere amato. Ne faccio una ragione di vita! L’amore è un fenomeno sociale contrapposto alla solitudine. Transitivamente l’evidenzia anche la famosa citazione di Mignon McLaughlin: “Nell’aritmetica dell’amore, uno più uno uguaglia tutto e due meno uno non uguagliano niente”. “In 1”, da soli, privilegiando il rapporto con se stessi, non vi è amore. La soluzione può essere logica; quella logica è molto semplice da trovare: compromessi! E quella irrazionale? Beh, quella non so quale sia.

Temporale

Ecco un fulmine! 1… 2… 3… secondi, arriva un tuono… Beh questo temporale è abbastanza vicino. Anche stasera è arrivato un temporale. Il temporale mi ha sempre affascinato, nella maestosità della sua luce e del suo frastuono. Anche il cielo ogni tanto s’arrabbia e scatena la sua ira con prepotenti parole di luce… E’ difficile definire se sia rabbia o sofferenza… Magari entrambe! Scendono da quegli immensi occhi blu tante lacrime… Lacrime che s’uniscono in volo, per poi separarsi ancora… Lacrime che non solcano le guance ma che sanno accarezzare il tuo viso. Lacrime che tutto trasformano, che, invero, tutto abbelliscono. Il temporale…

Dove è sparito?

Uffa, non trovo più il mio quadernino… Quel quadernino la cui copertina ho sempre tanto odiato! Non posso dire lo stesso di quelle pagine bianche che, riempiendosi, hanno accompaganto la mia adolescenza. Sono giorni che lo cerco, ma non riesco proprio a trovarlo! So di certo quando è stata l’ultima volta che lo ho preso, e che lo ho mostrato a qualcuno… Infatti ricordo di averlo, anche in quell’occasione, ricercato per un po’… Caspita, mi vergognavo un po a leggere quelle frasi che avevano senso solo per me. Vabbè, lasciamo perdere! In compenso ho magicamente ritrovato un marsupio che pensavo perso… All’interno il telecomando dell’allarme di casa e biglietti del treno… E che biglietti!! Datano 26 agosto 2005, una giornata che non potrò mai dimenticare, una giornata che ha segnato parte della mia vita… Beh, ora non ho voglia di parlarne però.

vivere il presente

Vivere il presente, non guardando il passato e non pensando al futuro… Era da un po’ di tempo che avevo deciso di seguire questa condotta, di cercare la mia serenità giorno dopo giorno senza soffrire per il mio passato e senza pensare dove mi porterà il mio futuro… Poi due giorni fa ho sentito un peso, un’insieme di incertezze e problematiche piombarmi dentro tutte nello stesso istante… Pensieri, problemi, dubbi, angosce che senza chiedere “permesso” si sono arrogantemente fiondate su di me… E piangere per quanto sono stato cattivo, piangere per la sofferenza che ho cagionato, piangere anche per l’incertezza del presente… Magari mi contraddico, ma anche il presente ha bisogno di certezze per essere vissuto serenamente… E poi un’altra notte a ricercare me stesso, un’altra notte con la testa che vagava in mille pensieri, un’altra notte alla disperata ricerca di quello che voglio… Egoista? si, sono egoista e molto spesso utilizzo questo verbo… volere! Io vorrei tante cose e tante magari già ce l’ho ma quello che non riesco ad avere è la mia serenità. La notte è poi passata dissolvendosi in un’alba stupenda, fatta di mille colori, con un sole che ancora addormentato non voleva apparire… Un’alba con qualche nuvoletta qui e là, un’alba dipinta che per un secondo ha spazzato via la mia superficialità… Sentivo il profumo del mattino, la musicalità dei dialoghi degli usignoli, e l’aria fresca che mi riconduceva a qualche anno fa… L’alba con la sua prospettiva perfetta! L’alba di un mattino d’estate, l’alba che bacia, come una mamma, il tuo viso… L’alba che ti coccola, ti sorride e ti avvolge con la sua serenità. L’alba che t’ama, ma che poi deve abbandonarti… Così è iniziata una delle giornate più tristi di questo 2009… Una giornata che sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare, ma che, masochisticamente, avrei voluto più in là. Avrei voluto farmi conoscere meglio, far veder il mio vero io, aprendo tutte le porte di questa esistenza. Ed invece no… Il destino aveva già prospettato gli eventi, aveva deciso che con un sorriso di lacrime che implodevano dentro me si concludesse tutto. Con una smorfia, svelata dal luccichio dei miei occhi, ammessa da quel nodo in gola che non si slega… E poi come pioggia cadere le mie lacrime sui miei pantaloni, chiedere di allontanarti consapevole della sofferenza che m’avrebbe cagionato il rimorso di quell’abbraccio… Girare e girare con la vista appannata, senza pensare a nulla e pensando a tutto… Non pensando più al presente, ma al passato ed al futuro… Sembra invero ma in quei momenti non si vive il presente ma ci si proietta nel passato e nel futuro cercando risposte che non ci sono, o speranze che non devono esistere. In un abbraccio c’è stata l’alfa e l’omega e con la stessa intensità la gioia ed il dolore… Non mi pento di nulla… anzi! Tutto è bilanciato… sapevo che una grande gioia mi avrebbe portato un grande dolore… Purtroppo sono fatto così… anche se vorrei che il dolore fosse inversamente proporzionale alla mia gioia… E’ stato breve, ma intenso… è stato strano, ma piacevole… Mi chiedo cosa è stato però… Non riesco a definirlo ora, non riesco a ragionare, a non pensarci… E’ impossibile non provare il brivido che quell’abbraccio m’ha dato… Un abbraccio che aveva il calore materno, la passione di un fuoco mai spento e l’innocenza di un bambino… Potessi veramente descriverlo, non basterebbero le parole conosciute o inventate… un abbraccio che ha segnato un’altra parte della mia vita e che ha saputo farmi riprovare emozioni che pensavo smarrite.